Eugenio Santoro (Istituto Mario Negri IRCCS): “Parliamo di terapie a tutti gli effetti, studiate e sviluppate attraverso sperimentazioni cliniche controllate, come per qualsiasi altro farmaco in commercio”

Roma – Le terapie digitali (digital therapeutics, DTx), l’ultima frontiera della medicina, stanno attirando un’attenzione sempre maggiore. Si tratta di interventi terapeutici a tutti gli effetti, in cui un software prende il posto del principio attivo di un farmaco, e possono integrare o sostituire le terapie tradizionali. “Le terapie digitali sono vere e proprie opzioni terapeutiche, già autorizzate in diversi Paesi, basate su tecnologie digitali in grado di gestire o trattare una determinata patologia – spiega Francesca Ceradini, direttore scientifico di Osservatorio Terapie Avanzate – Sono terapie all’avanguardia nelle quali il principio attivo non è più la molecola, come nella farmacologia ‘standard’, o il gene e la cellula, come nelle terapie avanzate, ma un software. Questo anno di pandemia ha evidenziato l’importanza della tecnologia digitale in ambito sanitario e le terapie digitali fanno parte di quella che è a tutti gli effetti una rivoluzione di pensiero, di pratica medica e di gestione sanitaria”. Ad oggi sono già state interessate da questo approccio patologie come il diabete, sintomi di alcuni tipi di cancro, colon irritabile, dipendenza dal fumo o droghe, mal di schiena, asma, deficit da attenzione ADHD, insonnia e attacchi di panico.


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